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Si sente spesso parlare di allergie ed intolleranze come se fossero sinonimi ma, in realtà, si tratta di due situazioni ben distinte e i due termini indicano due modalità differenti dell’organismo di reagire a sostanze estranee.
L’incidenza reale delle allergie alimentari in persone adulte è dell’1-2% mentre le intolleranze alimentari riguardano una percentuale un po’ più ampia della popolazione (circa 5 persone su 10). Non è comunque facile stimare una precisa incidenza vista la notevole varietà di sintomatologia, diagnosi e variazione individuale della tolleranza ai sintomi.
Sia l’Accademia Americana di Allergia ed Immunologia che l’Accademia Europea di Allergologia ed Immunologia Clinica hanno stabilito di riservare al termine allergia tutti quei disturbi mediati da meccanismi immunologici. Tra questi rientra la produzione di anticorpi i quali, a loro volta, determinano il rilascio di molecole organiche (istamina in primis) responsabili dell’insorgenza dei sintomi quali prurito, tosse, affanno fino ad arrivare a reazioni ben più gravi (anche alla morte se non si interviene rapidamente). Al termine intolleranza, invece, sono riservati tutti quei disturbi non mediati da tali meccanismi. Dunque l’intolleranza alimentare non coinvolge il sistema immunitario e può essere causata da carenze enzimatiche o recettoriali che, provocando alterazioni nell’assorbimento dei nutrienti, innescano la sintomatologia tipica (solitamente a carico del sistema gastro-intestinale come nausea, diarrea, vomito, crampi addominali e, talvolta, anche della cute).
Allergie Alimentari
Un’allergia alimentare è una reazione avversa a una o più molecole (definite allergeni o antigeni), contenute in un alimento, che il sistema immunitario riconosce come estranee.
Le allergie alimentari più frequenti sono dovute ad allergeni presenti in alimenti come latte vaccino, soia, anacardi, nocciole, noci, arachidi, gamberi, vongole, uova, grano e alcuni additivi che si comportano da allergeni chimici scatenando la reazione immunitaria.
Le allergie comportano una reazione istantanea al cibo ingerito e non sono dose-dipendenti. Dunque persone allergiche ad uno o più di questi alimenti non possono toccarne nemmeno un una piccola quantità senza presentare disturbi più o meno gravi.
L’incidenza delle allergie, come già anticipato, è piuttosto bassa e risulta maggiore in bambini e neonati (7-8%). Le allergie infantili più diffuse sono quelle all’uovo e latte vaccino ma, nella maggior parte dei casi, tende a risolversi con la crescita (tra i 3 e i 5 anni). L’allergia alla frutta secca / frutta a guscio, invece, tende a restare per tutta la vita. L’allergia più pericolosa è quella alle arachidi che può essere letale se non si interviene in tempo.
Di solito nelle allergie alimentari c’è una sorta di “predisposizione”; la presenza di uno o più familiari allergici è un fattore di rischio! Questo fattore incrementa nel caso in cui siano entrambi i genitori a presentare allergie alimentari.
Secondo alcuni studi, l’allattamento al seno ridurrebbe il rischio di allergia alimentare e problematiche al microbiota (comparato con l’alimentazione artificiale).
Intolleranze Alimentari
L’intolleranza, come detto in precedenza, è una reazione che non coinvolge direttamente il sistema immunitario e può essere causata da carenze enzimatiche o recettoriali che provocano alterazioni nell’assorbimento dei nutrienti.
L’intolleranza da difetto enzimatico più diffusa è l'intolleranza al lattosio. Il lattosio è il principale zucchero (disaccaride) del latte che viene diviso in glucosio e galattosio (monosaccaridi) grazie all’enzima lattasi (o beta galattosidasi) il quale permette una corretta digestione a livello dell’intestino tenue.
Nei casi di intolleranza al lattosio, l’attività di questo enzima è ridotta: il lattosio arriva integro nell’intestino crasso e subisce la fermentazione da parte dei batteri presenti in questa sede. Questo determina sintomi come flatulenza, crampi e diarrea, nausea e, in alcuni casi, vomito.
La soluzione è quella di evitare alimenti contenenti lattosio oppure sfruttare l’aiuto di alimenti delattosati (senza lattosio). Nei casi più gravi, è bene evitare tutti quei prodotti che contengono lattosio anche in tracce (come alcuni insaccati, biscotti e moltissimi prodotti confezionati o da forno).
L’intolleranza al lattosio insorge, in genere, in età adulta e non va confusa con l’allergia alle proteine del latte vaccino (APLV) che è una reazione immunitaria a una o più proteine del latte vaccino (soprattutto caseina e β-lattoglobulina). Questa reazione si riscontra in un numero di neonati compreso tra lo 0,5 e il 4% e diminuisce con l’età.
Per fare diagnosi di intolleranza al lattosio, poiché i sintomi sono gastrointestinali e, quindi, comuni a diverse altre situazioni, è necessario effettuare il Breath test (uno dei pochissimi test per intolleranze validi).
Altri Tipi di Intolleranze
Esistono anche altre intolleranze che sono più rare ma, in individui particolarmente suscettibili, possono far verificare episodi dovuti ad “accumulo” a causa del consumo elevato e/o ripetuto: questo provoca la comparsa di sintomi che vanno dall’orticaria ai dolori addominali, dalla diarrea al mal di testa, fino ad arrivare, in rarissimi casi, a reazioni di notevole gravità.
Tra le sostanze coinvolte abbiamo:
- Istamina (che può portare anche alla sindrome sgombroide)
- Xantine (teobromina, caffeina, teofillina): possono causare insonnia, tachicardia, emicrania, nausea e/o reflusso.
- Solfiti (utilizzati come antiossidanti e conservanti in vini, zuppe, succhi e bevande)
- Salicilati (presenti anche in alcuni tipi di frutta e verdura) possono portare anche a episodi di asma-simili.
- Glutammato monosodico: comporta un’intolleranza definita anche come “sindrome da ristorante cinese” che colpisce soprattutto l’apparato gastrointestinale. Tuttavia non sono ancora presenti validità scientifiche su questa intolleranza e sui test per diagnosticarla. Diversi studiosi associano la sintomatologia all’occasionalità o all’eccesso tipico di quando si va in determinati ristoranti.
Infine ci sono situazioni come galattosemia e le aminoacidopatie fenilchetonuria e tirosinemia che sono "intolleranze" rare. Se non riconosciute in tempo, possono essere pericolose per lo sviluppo del neonato.
Celiachia: Intolleranza o Allergia?
La celiachia (o malattia celiaca) è un’intolleranza che, ad oggi, risulta essere la più nota (un po’ anche per moda). La celiachia rappresenta un po’ un’eccezione di quanto detto in precedenza: pur essendo mediata dal sistema immunitario, può essere caratterizzata da insorgenza, evoluzione e sintomatologia molto diverse rispetto alle altre allergie alimentari. Dunque si parla di intolleranza permanente al glutine (alla frazione gliadinica) e non deve essere confusa con l’allergia al grano o con l’ipersensibilità al glutine non-celiaca. Quest’ultima non sembra coinvolgere il sistema immunitario ed è caratterizzata da diversi sintomi (intestinali ed extra-intestinali) che sembrano migliorare, fino alla totale scomparsa, riducendo al massimo l’introduzione di glutine nella dieta. Esistono diversi studi contrastanti in merito ed il problema più grande è che molti soggetti si fanno un’autodiagnosi di questa sensibilità eliminando il glutine senza ratio. Della sensibilità non celiaca al glutine ne parleremo in un prossimo articolo in maniera più approfondita.
Non dimentichiamoci che molti problemi, intestinali e non, sono dovuti anche a un forte stato di disbiosi intestinali. Dunque non è detto che sia presente una vera e propria intolleranza: per questo motivo è bene rivolgersi a un professionista esperto del settore prima di spendere tanti soldi per decine di esami spesso inutili.
Anche i sintomi spesso associati al lievito (gonfiore, flatulenza, alterazione dell’alvo e brain fog) sono associati quasi sempre a una disbiosi intestinale.
Prima di dare la colpa al pane, alla pizza, alla focaccia, prima ancora di autodiagnosticarsi un’intolleranza al lievito, prima di spendere soldi per testi poco validi scientificamente, valutate con il professionista di riferimento di lavorare su un’eventuale disbiosi. In particolare, l’aumento dei generi Aspergillus, Candida, Penicillium è associato all’innesto del disequilibrio, ma è sufficiente ripristinarlo attraverso l’alimentazione e l’uso di supplementi opportuni per osservare la scomparsa dei sintomi.
Test Per Le Intolleranze Alimentari
Esiste un mercato molto vasto per i test che dovrebbero diagnosticare le intolleranze ma, purtroppo, solo pochi di questi esami risultano realmente utili e sono supportati da evidenze scientifiche. Per approfondire l’argomento vi invito a leggere l’articolo sui Test per le intolleranze
Bibliografia
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Dott.ssa Patalano Myriam Biologa Nutrizionista
Ischia Nutrizione Patalano