Quando si parla di farmaci più utilizzati in Italia, non si può non parlare dei farmaci antipertensivi, tra cui ACE-inibitori, Calcio antagonisti, ARBs, Beta bloccanti, diuretici (di questi ultimi ne ho già parlato in una slide precedente).
È noto che gli antipertensivi incidano sull’omeostasi degli elettroliti. Meno noti, e ancora oggetto di studio, sono invece gli effetti sullo zinco.
Le evidenze disponibili ad oggi suggeriscono che i pazienti che usano ACE inibitori, ARB e tiazidici, sul lungo termine possono andare incontro a carenze di micronutrienti come lo zinco.
Va detto che lo zinco viene assorbito attraverso il cibo. Di conseguenza, il livello di zinco dipende in primis dalla nostra alimentazione. Il livello di zinco può anche essere influenzato negativamente da farmaci (antipertensivi, cortisone, antidepressivi), patologie, stress cronico e problemi intestinali.
Il corpo assorbe lo zinco attraverso l’intestino. Di conseguenza, le persone che presentano problemi intestinali cronici (sempre più in aumento) sono frequentemente affette da carenza di zinco.
Dunque è importante prestare attenzione all’alimentazione di quei pazienti che assumono in cronico questo tipo di farmaci e considerare la possibilità di una carenza di zinco in pazienti che hanno una scarsa alimentazione, in soggetti con squilibri intestinali, in donne con squilibri ormonali, in soggetti anziani, diabetici che stanno assumendo da diverso tempo questa tipologia di farmaci.
Qualora l’alimentazione non risultasse sufficiente, valutare col professionista di riferimento un’eventuale integrazione.
PS: in diversi casi, gli antipertensivi potrebbero essere evitati (o posticipati) con un corretto stile di vita. Prevenzione in primis!
Dott.ssa Patalano Myriam Biologa Nutrizionista
Ischia Nutrizione Patalano