“Sotto un lampione c’è un ubriaco che sta cercando qualcosa. Si avvicina un poliziotto e gli chiede che cosa abbia perduto. ‘La mia chiave’, risponde l’uomo, ed entrambi si mettono a cercarla. Dopo aver guardato a lungo, il poliziotto chiede all’uomo ubriaco se è proprio sicuro di averla persa lì. L’altro risponde: ‘No, non qui, là dietro; solo che là è troppo buio’” (Watzlawick).
Sembra assurdo ma ognuno di noi cade prigioniero del "lampione"!
Molto spesso, nell'affrontare un problema, mettiamo in atto strategie già adottate in passato che ci sono familiari. Il nostro archivio mentale, anzichè cercare la "chiave" nel posto giusto ma ignoto, ci spinge a cercarla "sotto il lampione".
Il cervello, cioè, attinge a vecchie soluzioni, pur se vane, invece di cercarne delle nuove ed efficaci "nel buio". Pur consapevoli che cercare "la chiave" nel posto sbagliato non aiuta a risolvere il problema, ci interstardiamo e riproviamo poichè percorrere nuove strade ci costa fatica, rischiando così di restare incastrati in una ricerca senza fine sentendoci come un criceto nella ruota.
Allora, usciamo dalla nostra "comfort zone" e sperimentiamo nuove strategie perchè nell'apparente "pericolo cresce anche ciò che salva". Bisogna accettare una "lieve crisi", "non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose".
Questo è il paradosso del lampione! Contenuto carino trovato in rete che mi andava di condividere con voi.
Dott.ssa Patalano Myriam Biologa Nutrizionista
Ischia Nutrizione Patalano